Effetto Covid e attività sportive – Quali i punti fermi? Riflessioni e linee operative per la “gestione del rischio”

Effetto Covid e attività sportive

Quali i punti fermi? Riflessioni e linee operative per la “gestione del rischio”

Ciò che qui chiameremo Cigno nero (con la maiuscola) è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti. In primo luogo, è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative, poiché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità. In secondo luogo, ha un impatto enorme. In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo spiegabile e prevedibile.

Nassim Nicholas Taleb

 

Difficile immaginare come sarà la ripresa della nuova stagione sportiva, ma anche come sarà l’avvio dell’anno scolastico e il ritorno in azienda. Propongo allora alcune riflessioni.

In diversi post e articoli ho sviluppato i temi dell’errore (come collocarlo sul piano degli apprendimenti e valenza positiva) e dell’incertezza, tessendo un “elogio” di questi concetti, per lo più intesi in senso negativo.

Abbiamo allora visto che l’errore – nello sport come nella vita – è:

  • “normale”, perché parte dell’esperienza umana,
  • “positivo”, perché ci permette di giungere a conoscenze più prossime al successo dell’azione,
  • “utile”, perché ci mette nelle condizioni d’imparare.

Abbiamo altresì visto che l’incertezza ha caratteristiche analoghe a quelle dell’errore, perché anch’essa non eludibile e in qualche modo strumentale a nuovi apprendimenti; ovvero impone, ad ognuno di noi e collettivamente, nuove soluzioni e adattamenti, a fronte di mutate situazioni personali e/o ambientali e di contesto.

Rispetto alla situazione che stiamo vivendo (e che in qualche modo si somma o potrebbe sommarsi ad eventuali disagi e stati d’incertezza personali), è difficile proporre analisi predittive, ma abbiamo alcuni punti fermi:

  • A prescindere dalle opinioni, che possono essere le più disparate, non abbiamo ad oggi certezze sulle caratteristiche e la diffusione del virus, come pure sui mezzi di controllo del virus stesso. Da questo deriva che il rispetto di alcuni accorgimenti, l’osservanza delle regole governative, almeno al momento, è l’unico strumento che abbiamo al contrasto della pandemia.
  • Al di là dell’ottimismo, che va coltivato, non abbiamo certezza, ad oggi, che il trend del contagio sia positivo (proprio in questi giorni assistiamo ad un aumento dei contagi). Da questo possiamo derivare il fatto che attendersi che tutto torni “normale” o che torni “come prima”, è un’aspettativa poco verosimile, se non del tutto falsa.
  • Dovremmo allora prendere consapevolezza del fatto che la nostra quotidianità, come pure i nostri agiti, dovranno adattarsi e quini modificarsi: l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale, le limitazioni nello svolgimento di alcune attività (anche sportive) ecc. ne sono alcuni esempi.

In questo quadro, apparentemente severo, non dovremmo però dimenticare che l’imprevisto e con esso l’esposizione al fallimento, all’errore (non è detto che il rispetto delle regole sia necessariamente efficace), sono occasioni di cambiamento, di rinnovamento personale e sociale, e come tali vanno intesi.

Se a questo punto dovessimo derivare delle linee d’azione potremmo suggerire, tanto ai decisori, quanto alle organizzazioni e agli atleti:

  • La ridefinizione chiara di priorità e obiettivi, che tengano appunto conto delle mutate situazioni ambientali e sociali, agendo con responsabilità e altruismo: non si esce soli da questa situazione, ma appunto agendo in modo cooperativo.
  • Attingere, in termini di risorse, alla nostra creatività, sviluppando idee, progetti e azioni in qualche modo “divergenti” e ben profilate rispetto alle caratteristiche d’incertezza della situazione in esame. In quest’ottica, la valorizzazione delle tecnologie, come pure l’aumento delle interazioni online e delle reti professionali-sociali, mi sembra un asset strategico di sviluppo.
  • Lavorare, tutti ed ognuno, per l’aumento delle conoscenze e delle competenze (ambito formativo), mantenendo “un elevato livello di comunicazione interpersonale, condividendo scopi e azioni”. È questa una modalità efficace e strategia per compensare l’onere di rispettare alcune regole (distanziamento sociale), ricercando però “prossimità intellettuale”. (cfr. A. Cei, on LIn).

È opportuno fin d’ora prepararsi a questo scenario, nella consapevolezza che la prova non sarà semplice (l’OMS parla di 2 anni!) e che sarà impegnativo perseverare; ma per questo dobbiamo maturare fin d’ora consapevolezza e visione, contemplando l’incertezza dei risultati e la possibilità d’errore.

Ma coltivando anche speranza, intesa non in senso astratto, ma assolutamente concreto e come risposta positiva al nostro senso di responsabilità e al nostro agire preventivo per la gestione del rischio.

 

Enrico Clementi – Educatore, Formatore, Trainer e consulente educativo

https://educationaltutoring.wordpress.com/

Mental Coach Sci Club Orsello-Magnola

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